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“Memorie allo Specchio”: Un viaggio emozionante tra radici, migrazioni e immagini

28 Gennaio 2025

5 minuti

Sabato 25 gennaio, nella suggestiva Sala degli Artisti di Smerillo, si è svolto l’evento “Memorie allo Specchio”, un incontro ricco di emozioni e riflessioni organizzato dal Comune di Smerillo e dalla Pro Loco locale, in collaborazione con Italea Marche.L’iniziativa si inserisce nel Bando dei Comuni Turismo delle Radici 2024, che ha visto Smerillo tra i vincitori insieme ai Comuni di Penna San Giovanni e Monte San Martino.

Un viaggio tra racconti e immagini

Protagonista dell’incontro è stato il rinomato fotoreporter fermano Giovanni Marrozzini, che ha condotto il pubblico in un viaggio visivo e narrativo attraverso i suoi lavori più significativi, toccando temi universali come la migrazione, l’identità e la resilienza.

La serata è stata aperta da Arianna Censori, genealogista di Italea Marche, che ha introdotto il concetto di “Turismo delle Radici”, sottolineando l’importanza di iniziative che sensibilizzano le comunità locali e risvegliano il senso di appartenenza dei viaggiatori delle radici. Le sue parole hanno preparato il terreno per un’intensa riflessione sul legame tra memoria storica e identità culturale.

L’arte di raccontare l’emigrazione attraverso le immagini

Il momento centrale dell’evento è stato il racconto di Giovanni Marrozzini, che con i suoi straordinari reportage ha portato il pubblico attraverso tre continenti: dall’Europa all’America Latina, fino all’Africa. Tra i progetti presentati, alcuni dei più significativi sono stati:

  • “Gran Via”(2011), realizzato ad Asunción, Paraguay, che denuncia le drammatiche condizioni di vita dei bambini di strada, i “niños de la calle”.
  • “Viaggio sul Fiume Mondo”, nato dalla collaborazione con lo scrittore Angelo Ferracuti. Navigando il Rio delle Amazzoni a bordo dell’imbarcazione Amalassunta, Marrozzini ha raccontato una duplice storia: una documentaristica, esplorando le vite e le culture dei popoli indigeni di Brasile, Colombia ed Ecuador; l’altra mitologica, intrecciando i racconti locali con l’esperienza del viaggio. L’Amalassunta, donata all’Associazione Piccolo Nazareno e ai ragazzi di strada, è diventata una scuola galleggiante e una biblioteca itinerante, portando speranza e cultura lungo il fiume.

Marrozzini ha anche condiviso il toccante progetto “Echi”, dedicato all’emigrazione marchigiana in Argentina. “Solo chi ci è stato può capire il mio amore per l’Argentina e per questa gente,” ha dichiarato il fotografo mentre le sue immagini raccontavano storie di nostalgia, coraggio e appartenenza. “Echi” ha esplorato l’anima degli emigranti marchigiani, dando voce ai loro sogni, alle loro lotte e al legame indissolubile con la terra d’origine.

Marrozzini ha raccontato un incontro particolarmente toccante con una donna emigrata, la cui vita era stata segnata da grandi sacrifici e tragedie. Nonostante una vita passata a spaccarsi la schiena nei campi per renderli coltivabili e la perdita del marito a causa della leptospirosi, quella donna ci teneva a raccontargli un ricordo della sua infanzia in Italia. Questo incontro, come ha spiegato il fotografo, ha cambiato profondamente il suo modo di vedere e raccontare le storie. “Ho cominciato a intuire che ci fosse qualcosa che tornava in una maniera diversa,” ha detto. “In quel momento – e in altri simili – ho percepito che io non ero più Giovanni, ma ero l’Italia che andava a trovarli. A quel punto, il mio lavoro non poteva più limitarsi a essere descrittivo, frutto della convivenza con loro per una settimana, dieci o quindici giorni. Dovevo restituire a quelle persone ciò che realmente erano: degli eroi, delle figure mitologiche. Dovevo dare loro quella valenza straordinaria che meritano.

Successivamente, Marrozzini ha condiviso la storia di Josè Tiburtini, partito da Fermo all’età di tre anni per emigrare in Argentina, dove ha trascorso tutta la vita costruendo e ristrutturando mulini a vento. Parlando di Tiburtini, il fotografo ha fatto un’analogia con Don Chisciotte, invitando il pubblico a riflettere su cosa i mulini a vento rappresentino per gli emigranti: “Per chi lascia la propria terra per un paese sconosciuto, i mulini a vento sono come giganti. Sono la lingua che non si conosce, le usanze nuove, le persone che ti guardano male… è una visione sovradimensionata delle difficoltà.”

Ma, con il passare degli anni, ha spiegato Marrozzini, quegli stessi giganti si ridimensionano. Gli emigranti costruiscono una vita, una famiglia; iniziano ad amare il lavoro che fanno e il paese che li ospita. “Tutto assume un significato diverso: quel gigante diventa qualcosa di molto più piccolo, perché viene misurato sull’amore che hanno donato a loro stessi e a quello delle persone che li circondano.”

A sottolineare questo concetto, Marrozzini ha condiviso un detto rumeno che racchiude perfettamente la forza e la resilienza degli emigranti: “Sono le persone che benedicono il posto dove stanno, e non il contrario.”

Un momento di riflessione condivisa

A concludere l’evento è stato il sindaco di Smerillo, Tonino Severini, che ha invitato il pubblico a riflettere sul significato della migrazione e sull’importanza di custodire le storie dei nostri antenati. “Nel partire c’è un atto di coraggio che non solo ha tenuto alto il nome dell’Italia all’estero, ma che oggi ci insegna chi siamo e da dove veniamo,” ha dichiarato il sindaco.

“Memorie allo Specchio: un successo per il territorio

Memorie allo Specchio” ha rappresentato un’occasione preziosa per celebrare il passato e guardare al futuro con consapevolezza. L’evento ha dimostrato come il dialogo e la condivisione possano essere strumenti di crescita culturale e sociale, unendo le comunità locali e i discendenti di marchigiani emigrati in tutto il mondo.

 

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